Cioccolato, curcuma e betulina: il segreto della salute si cela nel piatto. Crescono le sostanze di origine naturale testate in recenti studi, che hanno ottenuto ottimi risultati sia in Italia che all’estero. Per verificare l’efficacia di questi prodotti, proprio come si fa per i farmaci di sintesi, sono state condotte ricerche che ne hanno scientificamente dimostrato l’azione su diverse patologie, dall’ambito cardiovascolare alla neurologia.
E proprio per fare il punto sui traguardi raggiunti dalla nutraceutica negli ultimi anni, la Società Italiana di Nutraceutica (Sinut)
ha organizzato un workshop nel suo V Congresso nazionale, ospitato al
Padiglione Italia dell’Expo di Milano. In alcune patologie, spiegano gli
esperti, sono stati ottenuti i risultati sorprendenti.
IPERTENSIONE. L’attenzione dei ricercatori si focalizza su alcuni prodotti che hanno destato grande interesse nel pubblico. Il primo è il cioccolato amaro. Da oltre 10 anni è noto come un potente prodotto per la pressione alta. Il motivo è la presenza di molecole note come flavanoli, che dilatano le arterie e riducono la pressione, come dimostrato da Howard D. Sesso
di Harvard, coordinatore di un grande studio americano che per 4 anni
ha seguito 18.000 persone ad altro rischio vascolare di entrambi i sessi
che consumavano flavanoli del cioccolato.
AUTISMO. L’osservazione della maggiore frequenza di autismo dopo cesareo ha suggerito che una causa possa essere un alterato microbioma
nel neonato. La madre trasmette infatti parte dei propri batteri
intestinali alla nascita in corso di parto naturale. Si possono
sostituire quelli carenti al neonato, con vantaggio? Sono già in corso
indagini soprattutto in Israele e in Usa nel tentativo di modificare la
flora intestinale dei neonati a rischio di autismo. Ma la sorpresa è
venuta da Harvard. Un gruppo di ricercatori ha saggiato in adulti autistici il sulforafano,
un componente di numerosi vegetali nell’alimentazione umana. Quasi
tutti hanno avuto un’ottima risposta comportamentale al sulforafano.
ALZHEIMER. Il caprilidene stimola il consumo di zucchero nel cervello e in numerosi casi migliora la funzione cerebrale. Sorprendente è il caso della melatonina,
impiegata per il jet-lag nei viaggiatori. Sembra invece efficace in un
sintomo assai fastidioso dell’Alzheimer: l’alterazione sonno-veglia. Con
la melatonina questo fenomeno si riduce drammaticamente e,
sorprendentemente, si ha anche una migliore funzione cerebrale. Ma la
molecola nutraceutica più gettonata è la curcumina. Derivata dalla curcuma, componente base del curry. Dove si consuma curry, dicono gli esperti, l’Alzheimer è raro. Ma il meccanismo è tutt’altro che chiaro.
OBESITÀ. Nuove molecole come la betulina, estratta dalle betulle e proveniente dalla Russia, hanno dimostrato di migliorare la dinamica del tessuto adiposo facendo perdere peso,
ma senza gli effetti stimolanti cerebrali dei classici dimagranti.
Analogo è il caso del Dnj, tratto dalle more, leader attuale tra i
nutraceutici nel Nord Europa, che invece agisce alterando l’assorbimento degli zuccheri e soprattutto la risposta a questi ultimi da parte dell’insulina,
che porta ad aumento di peso. Ancora, la berberina, prodotto impiegato
per abbassare il colesterolo, ma con una importante attività anche nella
formazione del grasso.
OCCHI. Sostanze come l’astaxantina, la luteina e altri prodotti pigmentati sono efficaci nel prevenire le complicanze della degenerazione maculare.
SPORT. “I farmaci sono vietati allo sportivo, ma i nutraceutici possono esercitare importanti effetti. Il succo di barbabietola,
utilizzato ampiamente in Inghilterra per abbassare la pressione,
migliora molto il flusso arterioso alle gambe e può essere un
significativo fattore di miglioramento negli sforzi prolungati”,
concludono gli esperti.
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