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martedì 17 novembre 2015

Non più di 50 grammi di zucchero al giorno

50 grammi di zucchero

 Dopo i pareri degli esperti ora c'è il 'sigillo' ufficiale della Food and Drug Administration americana. Un adulto, scrive l'agenzia nelle prime raccomandazioni della sua storia sulla materia, dovrebbe consumare al massimo 50 grammi di zucchero aggiunto al giorno, più o meno quello contenuto in una lattina di una bibita. Chi si attiene a questo tetto, spiegano gli esperti, consuma circa il 10% delle calorie quotidiane sotto forma di zucchero, lo stesso limite stabilito dall'Oms che però ha raccomandato in un recente documento di scendere al 5%. Per le donne il limite dovrebbe essere diminuito di un terzo, mentre i bambini sotto i tre anni dovrebbero limitare a 25 grammi l'assunzione. Sotto accusa ci sono tutte le forme di zucchero aggiunto che si possono 'nascondere' anche in alimenti insospettabili, dallo yogurt magro ai condimenti per insalata. "C'è molto zucchero aggiunto nascosto nei nostri cibi - sottolinea al New York Times Frank Hu, uno degli estensori delle linee guida - e non solo in quelli dolci. Al momento le etichette riportano solo lo zucchero totale, ma l'Fda vuole cambiarle per aiutare i consumatori".

Fonte: http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/salute/2015/11/10/prime-linee-guida-fdanon-piu-di-50-grammi-zucchero-a-giorno_6d944c28-b1ec-440c-9ec5-631c2853da0a.html

 

domenica 20 settembre 2015

Miele: i rimedi naturali per salute e bellezza

Miele: i rimedi naturali per salute e bellezza

 

Winnie the Pooh ne va pazzo, tanto da affrontare mille avventure pur di ottenerne un po’, eppure il miele, oltre che buono e sano, è un potente alleato non solo per la salute ma anche per la bellezza.
In Italia il miele è un prodotto amato da sempre: il giro d’affari supera i 60 milioni di euro l’anno. Qualche numero? Si contano circa 50mila apicoltori, sono oltre un milione gli alveari, per un numero approssimativo di 55 miliardi di api. La produzione media annua di miele in Italia è di 130mila quintali.


Il miele grezzo non è stato né riscaldato né pastorizzato né trattato in alcun modo. Contiene vitamine, enzimi, antiossidanti e altre sostanze nutritive naturali che lo rendono un alimento ricco di proprietà lenitive. Il miele pastorizzato, invece, è stato privato di queste proprietà benefiche attraverso il processo di riscaldamento, che lo fa diventare alla stregua dello zucchero raffinato. Il miele pastorizzato è chiaro e ha la consistenza di uno sciroppo, mentre quello grezzo è più solido, è opaco e spesso contiene piccoli pezzi di cera d’api e polline.


  • Il miele grezzo è perfetto per rimuovere delicatamente ogni traccia di trucco e di smog dal viso. È adatto a tutti i tipi di pelle, ma in particolar modo per le pelli sensibili, dal momento che è molto delicato.
  • È ottimo per far passare le sbornie: ricco di fruttosio come è, rappresenta un potente antidoto all’eccesso di alcol nel sangue. Bastano pochi cucchiai per accelerare il metabolismo e il gioco è fatto.
  • Una sferzata di energia pura? Al bando le barrette energetiche prima di fare sport, è sufficiente un po’ di miele per fare scorta della dose di carboidrati necessari all’allenamento.
  • Il miele ha proprietà antibatteriche ed è un prezioso anti-infiammatorio: niente di meglio per alleviare il dolore del mal di gola o la tosse.
  • La maggior parte dei prodotti di bellezza include miele perché è umettante, il che significa che mantiene l'umidità. Massaggiare un po’ di miele sulle cuticole è ottimale per mantenerle morbide e nutrite.
  • È miracoloso anche per i capelli: diminuisce la forfora, riduce il crespo e ripara le doppie punte. Ammorbidisce i capelli esattamente come fa con la pelle.




domenica 7 giugno 2015




Estate, tempo di drink: le 5 bibite che aiutano salute e bellezza

Dal centrifugato a base di frutti gialli all'infuso di menta, ecco le bevande giuste che agevolano l’abbronzatura, depurano l'organismo e sono ideali in qualsiasi dieta


Adesso l'estate è davvero esplosa e con lei anche quell'incontenibile bisogno di bere per placare la sete impellente che, d'inverno, va spesso in letargo insieme al desiderio di insalate e bevande ghiacciate.
Le temperature in aumento possono quindi diventare un buon pretesto per trasformare i drink in un autentico concentrato di benessere, così da coniugare l'impellezza di dissetarsi con la necessità di depurare l'organismo e - perché no? - anche di dimagrire, facendo particolare attenzione ad evitare le bibite gasate ricche di anidride carbonica e di zuccheri che a lungo andare sviliscono ogni propositivo tentativo.
Ecco, allora, 5 ricette utili per soddisfare tutte le esigenze di coloro che vogliano avere, insieme, buon gusto, salute e una gradevole forma fisica.
- Per favorire l'abbronzatura. Un centrifugato a base di frutti arancioni e gialli ricchi di betacarotene aiuta a incrementare la tintarella. Alle carote ricche di vitamina A, importanti per il cuore, la vista e in grado di combattere l'invecchiamento si possono aggiungere pomodori freschi e sedano oppure abbinare lamponi, albicocche, meloni e pesche.
- In qualsiasi dieta. Succhi di frutta e tè prodotti industrialmente andrebbero consumati con moderazione perché, contenendo elevate quantità di zucchero, minacciano la linea e la salute dei denti, anche nei bambini. Sostituirli con delle tisane fatte in casa e raffreddate in frigo è una valida alternativa da preparare con un infuso alla lavanda, tè nero o verde a cui aggiungere limone o lime, rosa canina e agrumi. Inoltre, secondo ricerche scientifiche, l'odore della vaniglia aiuta a combattere la fame nervosa, per cui un infuso di vaniglia a cui aggiungere frutti rossi oppure della rosa canina è un ottimo espediente spezza fame.
- Per combattere la calura. Una bevanda semplice e dissetante è quella preparata con un infuso di menta a cui aggiungere zucchero di canna, foglie fresche di menta e lamponi da sciogliere in acqua calda e bere una volta raffreddata. In alternativa, per chi ama i sapori forti, anice, karkadè oppure liquirizia e zenzero, sono gli ingredienti perfetti per combattere la pressione bassa.
- Gambe perfette. Grazie ai flavonoidi, mirtillo e frutti rossi aiutano la circolazione e stimolano il microcircolo del sangue. Ottimo è l'infuso da bere freddo a cui aggiungere succo di limone fresco e una manciata di foglie di menta. Per preparare un infuso di mirtillo con le foglie basta far bollire l'acqua e aggiungere circa 200 grammi di foglie, da lasciare a mollo per un quarto d'ora, mentre aloe e ortica aiutano a depurare il corpo favorendo il benessere di gambe belle e leggere.
- Per una corretta idratazione. Per ottenere un tè freddo fai da te dal sapore intenso bisogna mettere in infusione qualche bustina di tè nero e aggiungere sul fondo pezzi di mela, pesca o melone, poi filtrare e imbottigliare e conservare in frigo per qualche giorno.

domenica 31 maggio 2015

salute e alimentazione: cioccolato amaro, betulina e corcuma farmaci naturali
 


Cioccolato, curcuma e betulina: il segreto della salute si cela nel piatto. Crescono le sostanze di origine naturale testate in recenti studi, che hanno ottenuto ottimi risultati sia in Italia che all’estero. Per verificare l’efficacia di questi prodotti, proprio come si fa per i farmaci di sintesi, sono state condotte ricerche che ne hanno scientificamente dimostrato l’azione su diverse patologie, dall’ambito cardiovascolare alla neurologia.
E proprio per fare il punto sui traguardi raggiunti dalla nutraceutica negli ultimi anni, la Società Italiana di Nutraceutica (Sinut) ha organizzato un workshop nel suo V Congresso nazionale, ospitato al Padiglione Italia dell’Expo di Milano. In alcune patologie, spiegano gli esperti, sono stati ottenuti i risultati sorprendenti.
IPERTENSIONE. L’attenzione dei ricercatori si focalizza su alcuni prodotti che hanno destato grande interesse nel pubblico. Il primo è il cioccolato amaro. Da oltre 10 anni è noto come un potente prodotto per la pressione alta. Il motivo è la presenza di molecole note come flavanoli, che dilatano le arterie e riducono la pressione, come dimostrato da Howard D. Sesso di Harvard, coordinatore di un grande studio americano che per 4 anni ha seguito 18.000 persone ad altro rischio vascolare di entrambi i sessi che consumavano flavanoli del cioccolato.
AUTISMO. L’osservazione della maggiore frequenza di autismo dopo cesareo ha suggerito che una causa possa essere un alterato microbioma nel neonato. La madre trasmette infatti parte dei propri batteri intestinali alla nascita in corso di parto naturale. Si possono sostituire quelli carenti al neonato, con vantaggio? Sono già in corso indagini soprattutto in Israele e in Usa nel tentativo di modificare la flora intestinale dei neonati a rischio di autismo. Ma la sorpresa è venuta da Harvard. Un gruppo di ricercatori ha saggiato in adulti autistici il sulforafano, un componente di numerosi vegetali nell’alimentazione umana. Quasi tutti hanno avuto un’ottima risposta comportamentale al sulforafano.
ALZHEIMER. Il caprilidene stimola il consumo di zucchero nel cervello e in numerosi casi migliora la funzione cerebrale. Sorprendente è il caso della melatonina, impiegata per il jet-lag nei viaggiatori. Sembra invece efficace in un sintomo assai fastidioso dell’Alzheimer: l’alterazione sonno-veglia. Con la melatonina questo fenomeno si riduce drammaticamente e, sorprendentemente, si ha anche una migliore funzione cerebrale. Ma la molecola nutraceutica più gettonata è la curcumina. Derivata dalla curcuma, componente base del curry. Dove si consuma curry, dicono gli esperti, l’Alzheimer è raro. Ma il meccanismo è tutt’altro che chiaro.
OBESITÀ. Nuove molecole come la betulina, estratta dalle betulle e proveniente dalla Russia, hanno dimostrato di migliorare la dinamica del tessuto adiposo facendo perdere peso, ma senza gli effetti stimolanti cerebrali dei classici dimagranti. Analogo è il caso del Dnj, tratto dalle more, leader attuale tra i nutraceutici nel Nord Europa, che invece agisce alterando l’assorbimento degli zuccheri e soprattutto la risposta a questi ultimi da parte dell’insulina, che porta ad aumento di peso. Ancora, la berberina, prodotto impiegato per abbassare il colesterolo, ma con una importante attività anche nella formazione del grasso.
OCCHI. Sostanze come l’astaxantina, la luteina e altri prodotti pigmentati sono efficaci nel prevenire le complicanze della degenerazione maculare.
SPORT. “I farmaci sono vietati allo sportivo, ma i nutraceutici possono esercitare importanti effetti. Il succo di barbabietola, utilizzato ampiamente in Inghilterra per abbassare la pressione, migliora molto il flusso arterioso alle gambe e può essere un significativo fattore di miglioramento negli sforzi prolungati”, concludono gli esperti.

domenica 17 maggio 2015

Sette alimenti da inserire nella dieta

Modena, 17 maggio 2015 – Esistono sette alimenti prodigiosi che è sempre bene inserire nella dieta: curcuma, the verde, aglio, melograno (protegge prostata e mammella), selenio, quercitina (si trova nel cacao, nelle acciughe) e broccoli. La formula magica è di David Khayat, presidente dell’Istituto Nazionale dei Tumori francese e primario all’ospedale Salpêtrière di Parigi, autore del libro Mondadori «La vera dieta anticancro».
«In Italia come in Francia – afferma lo specialista – possiamo affermare che un uomo su due e una donna su tre sono colpiti da cancro durante l’arco della loro vita. Se andiamo a indagare le cause, possiamo attribuire un 20% di responsabilità all’alimentazione. Quest’ultima percentuale significa che una volta su cinque ci ammaliamo per le cose che mangiamo».
Mangiare bene e seguire un corretto e sano stile di vita aiuta a prevenire i tumori? Naturalmente si, date queste premesse. Se ne è parlato in occasione del congresso su prevenzione e alimentazione cui ha partecipato Khayat, e presieduto assieme a Giovanni Tazzioli, responsabile della Chirurgia Oncologica e Senologica e del Punto Amico-Percorso Senologico presso il Policlinico di Modena.
«Non volevamo demonizzare i cibi in maniera indiscriminata – sottolinea Tazzioli – ma mettere in evidenza quali alimenti possono favorire una corretta educazione alimentare puntando prima di tutto sulla qualità dei prodotti e favorendo quella filiera diretta che potrebbe avere una grossa ricaduta economica sul tessuto sociale: per questo abbiamo voluto la presenza di istituzioni come Bper Banca, Lapam e Coldiretti, che hanno compreso l’importanza del progetto. Le evidenze scientifiche dimostrano che alcuni fattori come l’alimentazione, la scelta di cibi naturali, le modalità di preparazione e di cottura dei cibi, alcuni stili di vita (in particolare la lotta alla sedentarietà) portano a un miglioramento della qualità della vita in termini di riduzione delle malattie croniche metaboliche e in termini di prevenzione per quanto riguarda lo sviluppo dei tumori».

domenica 3 maggio 2015

I benefici di miele e limone

Una semplice ricetta della nonna a base di miele e limone che fa bene a mente, corpo e bellezza. È low cost, e richiede solo costanza

bevanda calda con limone e miele, rimedi di benessere low cost
Qualche mese fa mi è capitato di sentirmi molto spossata e ho capito che dovevo intervenire con nuove abitudini per ripristinare energia e benessere. Una persona molto saggia  mi ha suggerito un sistema davvero facile, a base di miele e limone, per recuperare energie e per proteggere l’organismo da batteri, aiutandolo a funzionare meglio. Si tratta di preparare tutte le mattine prima di bere o mangiare qualsiasi cosa,  una tazza di acqua calda con aggiunta di mezzo limone ed un cucchiaio di miele.
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Miele e limone: Hanno entrambi proprietà antibatteriche e protettive. Attivano nel corpo la loro funzione benevola favorendo la pulizia dalle tossine,  il funzionamento dell’intestino e la protezione dalle minacce batteriche esterne.
Miti da sfatare: Il limone non inibisce affatto l’attività dell’intestino  bloccandolo, ma lo aiuta enormemente  a funzionare bene se somministrato tutte le mattine nelle modalità che vi suggerisco.
Un aiuto in più contro le malattie infettive e da raffreddamento: La scienza medica di oggi spesso affida le cure solo alle medicine, ma se si conoscesse tutto il potere di ingredienti come limone e miele, si potrebbe essere molto più protetti contro le infezioni esterne che provocano tanti malesseri, soprattutto nel periodo invernale e nei cambi di stagione (quando tutti lamentano di aver preso 2 o 3 influenze).
Gli effetti sulla pelle: La bevanda decisamente low cost che vi ho proposto oggi aiuta moltissimo nel recupero energico e fa si che anche la pelle ed il viso ne risentano positivamente. Il colorito migliora, la tonicità pure.
Un uso continuo della bevanda sarà un regalo di benessere per il corpo e per lo spirito, perché energia, bellezza e forza derivanti dalla salute sanno infondere serenità e autostima in tutti noi ;) buona salute a tutti !

Le virtu degli oli vegetali elisir di benessere e bellezza

Dalle Americhe al continente asiatico, passando per il Mediterraneo. Il mondo vegetale mette a disposizione piante, fiori e semi che racchiudono proprieta' preziose per l'organismo. Diverse le tecniche di estrazione: con la spremitura a freddo si ottengono oli dal duplice utilizzo, alimentare e cosmetico
Roma, 9 apr. (AdnKronos) - Cocco, argan, jojoba, mandorle. Vinaccioli, borragine, carota. O piu' semplicemente extravergine di oliva. Sono gli oli vegetali, ottenuti dalla spremitura a freddo di semi, piante, fiori, frutti e anche radici, meglio se coltivati secondo i dettami dell'agricoltura biologica. Estratti con preziose virtu' utili al benessere come alla bellezza.
Dalle Americhe al contenente asiatico, passando per il Mediterraneo il mondo vegetale mette a disposizione una ricca varieta' di piante da cui ricavare oli vegetali, oleoliti, oli essenziali e acque che racchiudono qualita' preziose per il nostro organismo. Ecco le differenze: "L'olio e' ottenuto dalla spremitura della componente vegetale - spiega all'Adnkronos Dafne Chanaz, autrice di 'Fare in Casa Cosmetici Naturali' edito da Terra Nuova - Gli oleoliti sono il risultato della macerazione di piante, come malva, iperico, arnica, in olio base. Poi ci sono gli oli essenziali estratti per corrente di vapore dalla pianta". Inoltre, "quando si utilizza questo sistema si ottiene da un parte l'olio e dall'altra l'acqua: se metti della lavanda in un distillatore esce un 80% di acqua e un 20% di olio essenziale".
Chanaz, ideatrice della Casa del Cibo, progetto per la diffusione della cultura gastronomica popolare, suggerisce prima di tutto di "comprare oli che siano a uso alimentare perche' si ha la qualita' migliore e costano meno". Tutti gli oli "sono ottimi antiossidanti a livello alimentare e sono veicolo essenziale per l'assorbimento delle vitamine". Ciascuno poi racchiude specifiche qualita'. Come "il buon vecchio olio di ricino che ha delle specificita' interessanti. Ad esempio, usato con un pennellino sulle sopracciglia le infoltisce favorendone la ricrescita. L'olio extravergine di oliva abbassa il colesterolo, previene l'arteriosclerosi, tonifica il sistema venoso, e' ottimo per il fegato ed e' antiossidante".
L'estratto di "borragine e' ottimo contro l'artrite, idrata la pelle in caso di psoriasi ed eczema". Famose le proprieta' dell'olio di argan, tradizionalmente prodotto nell'area del Maghreb: "e' il non plus ultra come impacco sui capelli secchi o dopo una tintura". L'esperta suggerisce pero' di comprarlo puro e di "evitare i prodotti che lo contengono perche' magari ce ne sono solo poche gocce". Ad uso alimentare, "nell'insalata e nei piatti ha un sapore nocciolato interessante, previene il colesterolo". L'"olio di semi di canapa ha tanta vitamina E, rigenera le cellule della pelle ed e' molto prezioso in cosmesi. Si usa anche come integratore a livello alimentare. E' anti invecchiamento".
Prodotto tipico delle nostre latitudini e' il mandorlo con i suoi speciali semi oleosi. Dai quali si ricava un prodotto "molto delicato da utilizzare come olio per i bimbi e base neutra per le preparazioni". Ha il difetto di restare un po' lucido sulla pelle cosi' in alternativa si puo' usare l'olio di jojoba, estratto dai semi di una pianta tipica del continente americano: "e' piu' opaco, quasi una cera liquida, ed era molto usato dagli indiani per ferite e scottature". Un "olio estremamente nutriente ma molto pesante, grasso e difficile da emulsionare e' l'olio di avocado: una manna se si ha la pelle molto secca, e' nutrimento puro".
Discorso piu' articolato per l'olio di cocco, burroso sotto i 24 gradi di temperatura, liquido al di sopra. "Irrancidisce difficilmente, contiene il 50% di acido laurico che e' un acido grasso saturo, ha ottime proprieta' antivirali, antimicrobiche e antifungine". E' molto impiegato nella cucina asiatica insieme al latte di cocco perche' "contiene grassi saturi vegetali per cui non influisce nel colesterolo ma da' molta soddisfazione al palato". Bisogna, pero', "fare attenzione ai prodotti industriali nei quali viene usato idrogenato, cioe' esposto ad altissime temperature che lo rendono piu' saturo e solido di quello che e'. Questo da' consistenza ai cibi ma aumenta il rischio a livello cardiovascolare".
I "semi di lino contengono molte mucillagini che sono una specie di balsamo per le pareti dello stomaco, riparano i tessuti infiammati e aiutano il flusso intestinale". Molto popolare anche l'olio di rosa, "sottoprodotto della lavorazione delle bacche di rosa canina che si coltiva in Cile per lo piu' per fare delle tisane con la parte polposa della bacca. Negli anni 70-80 qualcuno che si e' inventato l'estrazione dai semi". Si ottiene cosi' un prodotto che contiene "omega 3 e 6, tocoferolo, con proprieta' idratanti, antisettiche e antiossidanti. Ma non e' paragonabile alle virtu' emollienti dell'acqua di rose che si ricava dalla distillazione dei petali". Occhio, pero', avverte Chanaz, alla "rosa ogm creata per aumentare la produzione".
Direttamente dalla tradizione ayurvedica arriva l'olio di semi di sesamo "ottimo per il sistema nervoso e per la pelle screpolata o per i massaggi. Il problema e' che ha un odore di molto forte di humus". L'olio di carota "ha un fattore di protezione solare molto alto che lo rende particolarmente indicato per la preparazione di creme solari fatte in casa magari abbinato a ossido di zinco o a fattori di protezione meccanica". C'e' poi l'olio di vinaccioli, gli acini d'uva, che contiene molte delle virtu' associate al vino: "e' ottimo per la circolazione, la prevenzione di ipertensione e rischi cardiovascolari. E fortemente antiossidante, riduce il colesterolo, rafforza il sistema immunitario". Guardando all'estate in arrivo, si puo' rivelare "utile contro la cellulite utilizzato per trattamenti locali".
Ma quali sono i prodotti piu' venduti? In pole ci sono, spiega all'Adnkronos Simona della Bottega Color Cannella, eco-bioprofumeria del litorale romano, olio di mandorle, cocco, argan e rosa mosqueta. "L'olio di mandorle e' un olio ricco di sostante emollienti, nutrienti, elasticizzanti: si puo' utilizzare per il corpo come olio post doccia, come impacco nutriente per capelli sfibrati ed e' molto consigliato come elasticizzante durante la gravidanza contro le smagliature". Molto amato e' anche "l'olio di cocco, prodotto multiuso nutriente molto utilizzato nella cura dei capelli come impacco prima dello shampoo per il suo effetto ammorbidente, condizionate e lucidante: un vera toccasana. Si puo' utilizzare come olio post doccia idratante oppure come olio struccante e detergente per il viso. In estate e' uno degli oli piu' amati per proteggere le chiome dal sole e dalla salsedine.
Ottimi contro l'invecchiamento precoce argan e rosa mosqueta: il primo "e' uno degli oli piu' ricchi di vitamina E, prezioso alleato per contrastare i radicali liberi, viene utilizzato principalmente sul viso ma e' meraviglioso anche come olio per capelli e unghie. L'olio di rosa mosqueta e' ricchissimo di vitamina A molto importante per la rigenerazione cutanea. Ha una forte azione antiossidante e grazie all'alta presenza di betacarotene riduce i danni causati dal sole durante l'esposizione. Ha un'azione levigante naturale ed e' particolarmente adatto per trattare smagliature e cicatrici".
Per concludere gli oli piu' utilizzati durante la stagione estiva "sono l'olio di cocco per corpo e capelli, olio di riso ricco di gamma orizanolo protettivo dai raggi solari, macerato oleoso (oleolito) di calendula, con effetto calmante e lenitivo post esposizione al sole, macerato oleoso di Iperico adatto a pelli secche e infiammate, utile per scottature e doposole".

domenica 26 aprile 2015

Beauty routine intorno al mondo

Beauty in viaggio: segreti di bellezza intorno al mondo

 

Le tradizioni e i trucchi di dieci Paesi diversi per ottenere capelli e pelle perfetti

Quando si parla di beauty routine ogni cultura e ogni Paese ha le sue tradizioni, come avviene con il cibo e con le altre usanze che costituiscono il patrimonio unico di ogni popolo. I capelli lunghi e lucenti tipiche delle donne orientali, l’incarnato olivastro sempre luminoso delle greche o i ricci perfetti delle donne di colore: ogni segreto ha alle spalle non solo patrimonio genetico, ma anche ricette di bellezza uniche che si tramandano da secoli.
Per scoprire i segreti di donne tanto diverse, partite con noi per un piccolo viaggio alla scoperta delle abitudini beauty nel mondo.
Australia
Le donne aborigene australiane utilizzavano un metodo antismagliature tuttora utilizzato dalle australiane che sfoggiano sempre corpi e pelle a prova di bikini: l’estratto di achillea, noto per le sue proprietà idratanti, antiossidanti e antinfiammatorie. Controllate le etichette dei prodotti che lo contengono, oppure cercatelo in farmacia e mescolatelo all’olio di mandorle per un effetto elasticizzante straordinario.
Cile
L’uva rossa è utilizzata nel Paese latinoamericano per assicurarsi una carnagione e una pelle luminose. Basta pestare qualche acino in una bacinella, aggiungere due cucchiaini di farina bianca e mescolare fino a ottenere un composto da tenere in posa sul viso per dieci minuti. Semplice e veloce, garantisce un effetto liftante e illuminante.
Repubblica Dominicana
Shalini Vadhera, make up artist di celebrities, ha spiegato che le dominicane hanno un segreto per unghie davvero forti e incredibilmente resistenti, che non si spezzano: l’aglio. Basta triturarlo finemente e aggiungerlo a un flaconcino di smalto trasparente, per poi lasciarlo a macerare dieci giorni. L’odore sgradevole andrà via dalle mani, e l’aglio è un indurente naturale oltre che antinfiammatorio.
Egitto
Il segreto di Cleopatra per una pelle splendida era il bagno nel latte. Oggi per ricrearlo a casa bastano due cucchiai di latte in polvere: secondo Vadhera sono sufficienti per ottenere un effetto Spa direttamente in casa, per nutrire la pelle e rinforzarne le difese.
Francia
Le donne francesi sono attentissime alla loro beauty routine. Shannon Gallogly, una delle più conosciute estetiste, proprietaria dei beauty brand Declor e Carita, raccomanda una ricetta che da sola assicura l’effetto di un trattamento viso in salone: basta pestare ciliegie e melograno per ottenere un composto da applicare sul viso per 5 minuti per riossigenare la pelle e attenuare le rughe d’espressione grazie all’elevato contenuto di antiossidanti.
Grecia
Macrene Alexiades, dermatologa newyorchese, raccomanda di seguire la dieta mediterranea tipica della Grecia e del nostro Paese. Il consumo di pesce garantisce gli Omega 3 e 6 fondamentali per mantenerci in salute e l’utilizzo dell’olio al posto del burro è secondo l’esperta un accorgimento che fa davvero la differenza su pelle e capelli.
Israele
Proprietaria della Cygalle Healing Spa di New York, Cygalle Dias è israeliana e raccomanda l’utilizzo del sale marino. “Quando nuotiamo in mare, il nostro corpo si libera dalle tossine, specialmente nel Mar Morto”. Per ottenere l’effetto detossinante e un portentoso peeling a casa, ecco la sua ricetta: mezza tazza di sale, mezza di olio (di mandorla, cocco, o d’oliva) e 10 gocce di olio essenziale di lavanda. Massaggiando il composto sulla pelle asciutta prima della doccia, rinnoverete e stimolerete il turnover cellulare.
Giappone
Il segreto delle giapponesi per capelli luminosi e lunghissimi sono le alghe, ricche di iodio essenziale per la crescita dei capelli. Elevate sono anche le quantità di zinco, selenio e ferro, che garantiscono un effetto rinforzante e nutriente che garantisce una chioma sana e folta. Usata di solito per avvolgere i rotolini di sushi, si possono utilizzare per avvolgere le verdure o per insaporire il riso. Si trovano online o in erboristeria.
Spagna
Mezza tazza di succo di ribes e mezza di acqua come risciacquo finale sui capelli sono il segreto delle spagnole per ottenere lucentezza e brillantezza sui capelli scuri. Nel caso di capelli biondi, basterà sostituire il succo di ribes con quello di limone, per scongiurare il rischio di riflessi rosa: il mix regala un effetto specchio che dura sui capelli fino a tre giorni.
Svezia
Petra Strand è una make up artist svedese che consiglia alle sue clienti un metodo efficace per pulire la pelle e fare il pieno di antiossidanti dopo il démaquillage, con una ricetta classica svedese: basta lasciare in infusione una bustina di tè verde per poi congelarla e formare cubetti di ghiaccio da passare sul viso come tonico, per migliorare il microcircolo e tonificare.

martedì 21 aprile 2015

Le posizioni migliori per dormire

Non solo un buon riposo: alcune posture assicurano anche sollievo da fastidi come mal di schiena o indigestione. Eccole

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Il Wall Street Journal, celebre quotidiano statunitense, è consapevole dell’importanza di un buon sonno. Non solo in termini di quantità, ma anche di qualità: ecco perché ha pensato bene di creare un’infografica ad hoc in cui sono mostrate e spiegate le posizioni migliori per dormire, rilassandosi e curando al tempo stesso i comuni malesseri e problemi fisici quali mal di testa, indigestione, mal di stomaco, e i sintomi tipici delle giornate stressanti e impegnative.
Secondo le ricerche raccolte dall’illustre quotidiano, la posizione migliore per combattere il mal di schiena è quella che prevede di dormire girati su un fianco con un cuscino tra le ginocchia; per contrastare invece reflusso e indigestione pare sia necessario tenere la testa più rialzata rispetto al corpo, con l’ausilio di più guanciali.
Ma non solo: se si russa troppo sarà sufficiente passare la notte girati sul fianco o a pancia in giù, infilando una pallina da tennis tra collo e pigiama per evitare di muoversi durante la notte. Dormire sulla schiena oppure tenere un cuscino all’altezza del petto, appoggiandovi sopra le braccia, è invece un toccasana per il dolore alle spalle, mentre la posizione più indicata per i dolori al collo è quella supina, con un cuscino poggiato sotto le spalle.
Ecco l’infografica con le posizioni migliori in base alle aree dove maggiormente sentiamo dolori, contratture e infiammazioni.

Le uova amplificano i benefici delle verdure

Studio americano, fanno 'lievitare' assorbimento nutrienti

Le uova amplificano i benefici delle verdure
Aggiungere di tanto in tanto delle uova all'insalata può fare bene, perche' così aumentano significativamente i nutrienti assorbiti dalle verdure, in particolar modo i carotenoidi, derivati da prodotti come pomodori, lattuga e carote, che agiscono come potenti antiossidanti e contribuiscono a proteggere contro il cancro e le malattie cardiache, oltre a preservare la vista. E' quanto dimostra uno studio della Purdue University, negli Usa.

Lo studio ha coinvolto 16 uomini in salute, che sono stati invitati a consumare tre tipi diversi di insalate: con una base uguale (carote, pomodori, spinaci e lattuga romana e bacche di goji) ma senza uovo, con un uovo e mezzo o tre uova intere strapazzate. Dall'analisi dei dati e' emerso che coloro che avevano mangiato la quantità maggiore di uova hanno registrato un assorbimento dei carotenoidi maggiore da tre a nove volte. I carotenoidi presenti nell'insalata erano il beta-carotene, l'alfa-carotene, il licopene, la luteina e la zeaxantina.

In particolare, lo studio ha dimostrato che tre uova intere hanno contribuito al 10 per cento della luteina totale consumata e il 14 per cento della zeaxantina totale consumata , mentre gli altri tre tipi di carotenoidi secondo gli studiosi sono stati ricavati esclusivamente dall'insalata. "Questo e' un modo - ha spiegato ill professor Wayne Campbell, autore della ricerca - per aumentare il valore nutritivo delle verdure ma anche di ricevere i benefici nutrizionali dei tuorli d'uovo".

domenica 12 aprile 2015

Carciofo: salute e benessere in mille foglie

Aiuta a combattere l’osteoporosi, ma è amico anche di cuore e fegato. Dal dott. Ongaro, esperto in medicina anti-aging e funzionale, proprietà e benefici di quest’ortaggio. 


Nella zona mediterranea, il carciofo è uno degli alimenti più apprezzati fin dall’antichità per le sue sostanze amare, come la cinarina, in grado di favorire la digestione, ma soprattutto di agevolare la formazione della bile e la rimozione di tossine a livello epatico. Aiutare il lavoro del fegato e i processi di detossificazione epatica sono considerate azioni fondamentali, in ottica anti-aging e preventiva, per smaltire le tossine. Nel processare le tossine, il fegato produce delle sostanze intermedie instabili e potenzialmente dannose. La silimarina del carciofo aiuta proprio a tamponare i possibili danni a livello epatico. Ma i benefici di questa pianta non finiscono qui: amica del cuore grazie alla grande presenza di fibra, contribuisce a ridurre il colesterolo cattivo, aiuta a regolare anche la glicemia e favorisce la motilità intestinale. Anche l’azione contro il cancro è stata riconosciuta dalla letteratura scientifica grazie al contenuto in acido folico, una vitamina che regola l’attività di molti enzimi responsabilidella riparazione dei danni a livello del DNA, unito alla presenza di sostanze che inibiscono la proliferazione cellulare.
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Le proprietà dei carciofi si estendono anche alle ossa. Quando si pensa alla prevenzione dell’osteoporosi, ci si concentra quasi sempre su vitamina D e calcio, senza dubbio importanti ma non capaci di garantire da soli una efficace prevenzione della decalcificazione. Infatti, per permettere che il calcio si depositi nelle ossa serve anche la vitamina K1, di cui i carciofi sono ricchi. Alcuni studi, inoltre, indicano che la vitamina K abbia degli effetti protettivi a livello delle cellule cerebrali.
Una panacea per tutti? Non è esatto: chi soffre di calcoli della cistifellea non deve eccedere nell’usare i carciofi perché possono stimolare la produzione di bile e le contrazioni della cistifellea.

L'utilizzo in cucina
Rinunciare a portare in tavola i carciofi perché non sono alimenti molto facili da preparare e consumare, è un errore: il contenuto di nutrienti giustifica qualche piccolo sforzo in più. È vero che i benefici maggiori vengono dalle foglie, ma è possibile sfruttare anche solo la parte interna, detta cuore. Prima di cucinarli, vanno eliminati i gambi e aperte leggermente le foglie con le dita per agevolare la cottura. La polpa delle foglie può essere poi mangiata con le mani scartando, invece, la parte dura della foglia stessa. Con un cucchiaio si può poi mangiare il cuore. Quelli più piccoli possono essere mangiati interi.

Come conservare le loro proprietà anti-aging?
I metodi di cottura migliori sono quelli che alterano poco le caratteristiche del cibo: quindi il vapore o la bollitura. Sono presenti più o meno tutto l’anno, ma la stagione migliore va senza dubbio da marzo a maggio.

lunedì 6 aprile 2015

Vino, arriva il primo Chianti per vegani

Lo produce l'azienda Fattoria Casabianca di Siena, in Toscana. Il nuovo certificato riguarda 8 vini e 400mila bottiglie annue


Ormai non è più solo una moda ma un vero e proprio stile di vita che sempre più persone paiono sposare. Una nuova cultura dell'alimentazione che non ha confini. Arriva, infatti, anche il primo vino per vegani.
E' il Chianti vegan certificato, prodotto dalla Fattoria Casabianca di Siena.
Una novità nel panorama enologico nazionale e un'innovazione per l'azienda vitivinicola che adesso affianca alla conduzione biologica anche la certificazione vegana, risultato di una continua attenzione ai processi produttivi del vino, dalla vigna alla cantina. "I nostri vini espressione del territorio grazie all'agricoltura biologica hanno da oggi, oltre ad una certificazione, quella di origine, Docg e Igt, quella vegana", spiega Alberto Cenni, amministratore di Fattoria Casabianca.
Quest'ultima è stata rilasciata dopo un complesso iter procedurale che ha portato a tracciare ogni passaggio dall'uva fino alla bottiglia dalla Csqa di Vicenza, azienda leader nelle certificazioni della tipicità e qualità dei prodotti agroalimentari ed enologici.
L'innovazione vegan si inserisce nella volontà di Fattoria Casabianca di realizzare un'azienda sostenibile e biologica in un angolo autentico e affascinante della zona di produzione del Chianti Colli Senesi, in una fattoria che trova i confini naturali dei suoi 654 ettari tra i fiumi Ombrone e Merse: è qui che i vigneti si inseriscono con la loro delicata armonia in uno scenario naturale che evoca luoghi antichi e senza tempo.
"La simbiosi con il territorio fa parte della nostra filosofia imprenditoriale, siamo stati dei pionieri quando, oltre trent'anni fa ristrutturammo i casolari del 1200 nel pieno rispetto della storia e dell'ambiente per realizzare l'agriturismo, lo vogliamo essere oggi puntando sulla certificazione vegan", racconta Alberto Cenni.
Così la scelta di iniziare a produrre un Chianti vegan si è rivelata quasi come una conseguenza naturale per Fattoria Casabianca: "La missione aziendale è quella di essere biologici, sostenibili e a ciclo chiuso in questa ottica la certificazione vegan è un percorso naturale e imprescindibile ma per ricevere il 'bollino' vegan abbiamo dovuto rivedere alcune fasi della produzione. Per avere la certificazione bisogna fornire la garanzia che il nostro è un vino con la totale assenza di prodotti di origine animale impiegati in tutto il ciclo produttivo - spiega Giacomo Sensi, agronomo di Fattoria Casabianca e vegetariano -. Abbiamo sostituito tutti i prodotti di origine animale ed i loro derivati, sia per la cura dei vigneti sia nelle cantine così come nel packaging finale del prodotto, compresi i materiali per l'imbottigliamento, la colla per le etichette fino al nastro adesivo con cui si chiudono i cartoni. Essere vegan - aggiunge - valorizza i vini perché minori input chimici utilizzi in cantina e più viene fuori il territorio".
"Dal punto di vista imprenditoriale si è trattato di compiere uno sforzo soprattutto di conoscenza: abbiamo dovuto rimettere in discussione tutto il procedimento di produzione del vino per rispettare il disciplinare vegan. Una sfida che finora in pochi hanno colto in Italia ma che siamo convinti farà crescere i nostri vini", dice ancora Alberto Cenni.
La certificazione vegan, a partire dalla vendemmia 2014 riguarda l'intera linea di vini di Fattoria Casabianca formata da Chianti Colli Senesi Docg, di cui fanno parte una base e due Riserve, e Igt, costituita da due bianchi, un rosato e due rossi, per una produzione di circa 400 mila bottiglie l'anno, tutte rigorosamente cruelty free. La nuova certificazione non influirà sul prezzo delle bottiglie: "Il nostro obiettivo è sempre stato quello di imbottigliare vini ottimi, rispettosi del terroir a un prezzo contenuto", conclude Alberto Cenni.
Le nuove etichette dei vini di Fattoria Casabianca con il bollino vegan saranno protagoniste al ProWein in programma a Dusseldorf dal 15 al 17 marzo 2015 e successivamente al Vinitaly di Verona in programma dal 22 al 25 marzo 2015.
L'azienda vitivincola e agrituristica Casabianca è presente nel territorio dagli anni '60, con 654 ettari. La proprietà, la famiglia Cenni, è personalmente impegnata in tutti gli aspetti della conduzione aziendale. Dal 1997 inizia un grande lavoro di ristrutturazione dei vigneti, che porta ad una ottimizzazione delle superfici vitate e a una selezione clonale dei vitigni. I vigneti coprono 70 ettari, di questi il Sangiovese (con il biotipo Sangiovese Grosso) fa da padrone ma ottimi risultati sono stati ottenuti anche con il Canaiolo, Cabernet Sauvignon, Colorino, e Merlot. Recentemente impiantato anche il Vermentino. I differenti microclimi presenti nella grande estensione della Tenuta, hanno permesso l'accurata scelta di ogni tipologia di vitigno. Stessa attenzione nella ristrutturazione anche della cantina, dotata di tutte le più moderne tecnologie, che permettono di seguire e monitorare tutte le fasi della lavorazione. Staff tecnico giovane con valide esperienze internazionali, sia per la vigna che per la cantina, coordinato da Giacomo Sensi con la collaborazione dell'Enologo Valentino Ciarla e dell'agronomo Ruggero Mazzilli. Inoltre Fattoria Casabianca produce con la stessa cura Olio Extravergine di Oliva Dop Terre di Siena, dalla coltivazione di Frantoio, Leccino e Moraiolo. Casabianca dopo alcuni anni di sperimentazione ha intrapreso il suo percorso di conversione al biologico, pratica in cui la Fattoria crede fermamente per esprimere ancora meglio un "terroir" unico e affascinante.
cheesecake vegan ricette
Diciamo arrivederci all'inverno con una torta tipo cheesecake, in versione vegan. Esistono numerose varianti della cheesecake vegan. Alcune torte vengono preparate con il tofu, altre con una crema di anacardi in sostituzione del formaggio presente nella ricetta tradizionale, altre con le mandorle.
Così anche chi è vegan o intollerante al lattosio potrà gustare una torta fredda simile alla cheesecake. Ecco una raccolta di 10 ricette per preparare in casa la vostra cheesecake senza formaggio e senza uova in versione vegan (alcuni la chiamano "uncheesecake", "cheesecake" o "vegancake").
Per la base delle vostre cheesecake vegan potrete usare dei biscotti secchi fatti in casa.
Cheesecake vegan allo zenzero e frutti di bosco
Zenzero e frutti di bosco, ecco un abbinamento di sapori speciale per la vostra cheesecake in versione vegan. Potrete decidere dei preparare un'unica torta o delle mini cheesecake da guarnire con i frutti di bosco.

domenica 29 marzo 2015

Nutrigenomica: scienza alimentare per la salute e il benessere di domani

Studiare come il cibo può modificare l’attività dei geni spalanca nuovi orizzonti di ricerca. All’Expo una mostra sul tema e sul rapporto cibo e mente 


Sapevate che ad ogni contatto col cibo nel nostro cervello si attivano più di cento milioni di neuroni? Quello tra mente, nutrizione ed emozioni è un rapporto complesso ed affascinante: i meccanismi che innescano lo stimolo del cibo e che ci portano a desiderare, scegliere e gustare quello che mangiamo ogni giorno si generano addirittura sin dal concepimento.
Infatti proprio nei nostri primi mille giorni di vita, quando la nutrizione è fondamentale sia per la salute del feto (e poi del bambino) sia della madre, cominciano a determinarsi preferenze e gusti che ci accompagneranno durante la vita.
Nestlé e l’Istituto Auxologico Italiano hanno ideato per EXPO 2015 una mostra interattiva che spiegherà con il linguaggio visivo proprio i segreti della relazione tra cibo e mente e come nascono le nostre predilezioni a tavola.
Però, come ben sappiamo, alcune abitudini alimentari sono dannose per la salute. Anche perché, come si è scoperto di recente, inducono alcuni dei nostri geni a “funzionare” in modo diverso.
“Per moltissimo tempo abbiamo pensato che il cibo fosse solo questione di calorie”, dice Cecilia Invitti, Direttore Dipartimento di Scienze Mediche e Riabilitative ad indirizzo Endocrino-Metabolico e Direttore del Laboratorio di ricerca in Diabetologia, IRCCS Istituto Auxologico Italiano .“A portarci un po’ di chiarezza è arrivata la nutrigenomica, definita la “medicina del futuro”, che studia gli effetti che gli alimenti hanno all’interno delle nostre cellule e che aprirà nuove prospettive alla scienza della nutrizione”.
Dottoressa Invitti, di cosa si occupa la nutrigenomica?
Studiamo l’influenza del cibo nel modificare l’espressione genica. Non significa che gli alimenti alterano il nostro Dna, ma che alcuni nutrienti possono, sul lungo periodo, modificare l’attività di un gene, cioè la sue espressione, cambiando la sua capacita di produrre proteine. Se un gene è più o meno espresso si modifica la produzione (che può aumentare o ridursi) delle proteine che dipendono da questo gene, per esempio gli enzimi che regolano il metabolismo, con conseguenti cambiamenti nel modo di digerire grassi o carboidrati.
Ci può fare un esempio
Nel nostro laboratorio di biologia molecolare esaminiamo i cambiamenti che si verificano nel modo di funzionare del tessuto adiposo come conseguenza della variazione dell’espressione di geni fondamentali nel regolare il metabolismo di grassi, zuccheri e l’infiammazione che è alla base di molte malattie.
Questi cambiamenti di espressione genica possono essere trasmessi a future generazioni?
Variare l'alimentazione in gravidanza apporta cambiamenti anche al metabolismo del feto. È stato dimostrato che la trascrizione di alcuni geni implicati nel metabolismo degli zuccheri è diversa dopo un calo di peso ottenuto tramite bypass gastrico non solo nella madre, ma anche nei figli nati successivamente
Quali alimenti influenzano l’espressione genica e con quali conseguenze?
Alcuni alimenti possono modificare lo stato infiammatorio del nostro organismo, il funzionamento del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale. Tra questi la colina, un nutriente essenziale contenuto nelle uova, arachidi, lattuga fegato, e l’acido folico (nelle verdure, legumi e frutta), la vitamina B12 (si trova nel fegato, cozze, sgombri) e la ginestrina (presente nella soia). Una dieta ricca di grassi può portare ad un aumento dell’appetito perché altera l’attività dei geni che codificano i recettori della melacortina, uno specifico ormone associato all’insorgere dell’obesità.
Lei ha definito la nutrigenomica “la medicina del futuro”. Perché?
Possiamo dire che gli studi sono ancora agli albori, ma il campo di ricerca e le opportunità di fare nuove scoperte per il progresso della medicina sono enormi. Ci permetterà di capire quali cibi aiutano a ridurre l’insorgenza di malattie. E non solo. Grazie a studi in questo ambito ora sappiamo che l’assunzione di antibiotici nei primi sei mesi di vita dei bambini può cambiare la composizione del microbiota, cioè l’insieme dei milioni di miliardi di microorganismi presenti nell’intestino, con la conseguenza di favorire l’aumento di peso già nell’età infantile.
Per scoprire ulteriori curiosità, in maniera divertente e multisensoriale, su come il cibo interagisce con la nostra mente e il nostro corpo può essere di aiuto ad alimentarci in modo corretto, si potrà visitare l’esposizione interattiva, allestita nel Padiglione Svizzero ad EXPO 2015 e realizzata dal Nestlé Research Center, la più grande struttura privata di ricerca in campo nutrizionale al mondo, il Nestlé Institute of Health Science, specializzato nella ricerca finalizzata allo sviluppo di fabbisogni nutrizionali specifici e l’Istituto Auxologico Italiano, eccellenza del “Made in Italy” nella scienza della alimentazione.
Dalla condivisione delle rispettive conoscenze scientifiche è nato un percorso di visita fruibile con diverse possibilità di esperienza e livelli di approfondimento: un viaggio a tappe che toccherà temi ampi (crescita e sviluppo del cervello, fame e sazietà, il ruolo dei sensi e delle emozioni nella nutrizione e salute e cibo: il futuro), lasciando al visitatore la libertà di fare la sua personale esperienza, assecondando le proprie curiosità e i propri interessi. La mostra resterà aperta durante tutta la durata dell’Esposizione Universale da 1 maggio a 31 ottobre.

mercoledì 25 marzo 2015

La dieta dell'eterna giovinezza

Verdura sempre, carne solo da una certa età. Più fragole e peperoncino, capaci di convincere il corpo a ridurre le calorie
La dieta dell'eterna giovinezza
Una dieta può essere per sempre. E può anche allungarci la vita. Siamo abituati a pensare alle diete come a brevi periodi di sacrifici per perdere peso. Meno durano, meglio è. Fare attenzione ogni giorno a quello che finisce nel piatto, però, non solo ha effetti sulla bilancia ma può anche aiutare a vivere a lungo. È nel cibo che si trova l’elisir di lunga vita: un’alimentazione equilibrata è il miglior trattamento per prevenire diabete, tumori e malattie cardiovascolari. La regola generale è seguire un regime alimentare a base di frutta, verdura, cereali integrali e grassi di buona qualità. Ma se l’obiettivo è diventare ultracentenari, bisogna anche tagliare le proteine di carne e formaggi e ridurre le calorie. Nel 2014 una ricerca coordinata da Valter Longo, a capo dell’istituto per la longevità dell’Università della California del Sud, ha dimostrato come gli adulti che consumano grosse dosi di proteine animali hanno una maggiore probabilità di sviluppare problemi al cuore, tumori e demenze. Ci si ammala di più, si invecchia prima e si vive di meno. Una dieta ricca di frutta e verdura, al contrario, tiene alla larga molte patologie e assicura un’aspettativa di vita più lunga. «Questo avviene perché le cellule del nostro corpo “mangiano” quantità minori di amminoacidi delle proteine, restando in uno stato di quasi quiescenza e vivendo così più a lungo», spiega Giuseppe Passarino, docente di Genetica dell’invecchiamento dell’Università della Calabria, che ha partecipato alla ricerca guidata da Longo. «In presenza di maggiori quantità di proteine, le cellule lavorano di più e hanno un’esistenza più breve». Molte diete dimagranti, dalla paleo alla Dukan, puntano su un consumo ridotto di carboidrati abbinato a un elevato apporto di proteine. «Si pensa che sia il modo migliore per perdere peso e massimizzare le performance fisiche. Quello che non si sa è che sul lungo tempo dosi eccessive di proteine accelerano l’invecchiamento del corpo», dice Passarino. Il responsabile di questo processo è l’ormone della crescita IGF-1. Stimolato dalle proteine, questo ormone ha un ruolo centrale per lo sviluppo dell’individuo nelle prime fasi della vita, ma in età adulta non fa altro che accelerare l’usura delle cellule.

Limitare le proteine animali diventa così il modo migliore per controllare l’avanzare dell’invecchiamento. Ma dopo i 65-70 anni il metabolismo cambia e l’effetto negativo dell’apporto proteico diminuisce, anche grazie a un calo fisiologico dell’ormone della crescita. «Così si spiega perché la Calabria e l’isola giapponese di Okinawa siano le aree in cui si concentra il maggior numero di centenari», spiega Passarino. «Entrambe sono le regioni più povere dei Paesi più longevi al mondo. Per molti anni queste popolazioni hanno avuto una dieta povera di proteine animali, cominciando a mangiare molta carne solo dopo i 70 anni. In pratica, hanno condotto involontariamente una dieta perfetta, e il risultato è che in tanti superano la soglia dei cento anni». La longevità, certo, in parte dipende da una genetica favorevole. Ma la variabile che meglio possiamo controllare resta l’alimentazione. Il piatto della longevità è composto per tre quarti da vegetali e cereali, il resto è occupato dalle proteine delle carni bianche e del pesce. Una ricerca durata 12 anni e pubblicata sul British Journal of Cancer ha dimostrato che vegetariani e vegani hanno il 45% delle probabilità in meno di ammalarsi di cancro. Nelle donne, in particolare, i cibi che aiutano a vivere più a lungo sono le verdure a foglia verde come bietole, spinaci e insalata, associate a una minore insorgenza del tumore al seno. Povera di carne rossa e ricca di pasta, frutta, verdura, legumi, olio d’oliva e pesce, la dieta mediterranea è di certo un’alleata della longevità. Gli studi che la associano a un ridotto rischio cardiovascolare e di sviluppo del cancro sono moltissimi. Nel 2009 un gruppo di ricercatori inglesi ha assegnato a 7.447 persone a rischio cardiovascolare tre tipi di diete: dieta mediterranea con l’aggiunta di una maggiore quantità di olio d’oliva, dieta mediterranea con l’aggiunta di nocciole, e una normale dieta ipocalorica con pochi grassi. Per i due gruppi
associati alla dieta mediterranea il rischio di infarti e ictus si riduceva del 30%. I risultati furono così netti, che la ricerca venne subito bloccata per evitare di procurare danni ulteriori al terzo gruppo. Non solo. In uno studio pubblicato di recente sul British Medical Journal, un team di ricercatori statunitensi ha dimostrato che la dieta mediterranea agisce direttamente sui telomeri, i cromosomi associati alla longevità, rendendoli più lunghi e quindi più durevoli.

Con la crisi, però, anche in Italia la dieta mediterranea è stata abbandonata soprattutto dalle fasce di reddito più basse, a favore di cibi meno costosi ma anche più calorici.
E questo ha avuto ricadute anche sulla aspettativa di vita media. Maria Benedetta Donati, membro del comitato scientifico della Fondazione Veronesi, ha monitorato la dieta di 25mila cittadini del Molise tra il 2005 e il 2010. Il risultato è che la minore diffusione della dieta mediterranea ha portato, come spiega, a «un progressivo peggioramento delle condizioni di salute, con una più elevata prevalenza dell’obesità e una maggiore mortalità tra i diabetici». Colpevoli sono anche le calorie, da tenere a bada se si vuole invecchiare bene. Una dieta ipocalorica facilita i meccanismi di difesa contro le malattie degenerative. Alzheimer in testa. Scienziati e nutrizionisti, non a caso, raccomandano ogni tanto una giornata di digiuno. Astenersi dai piaceri dalla tavola a intermittenza abbasserebbe i livelli dell’ormone IGF-1 riducendo anche il rischio di tumori. «Gli studi dimostrano che se togliamo il 30% dell’apporto calorico a qualsiasi specie, dai lieviti ai macachi, si ha un allungamento della vita e una minore incidenza di malattie», spiega Lucilla Titta, nutrizionista responsabile con Giuseppe Pellicci, direttore dell’Istituto europeo di oncologia, del progetto Smart Food, che studia quali principi nutritivi degli alimenti favoriscono la longevità. «I cibi smart», spiega Titta, «sono gli alimenti che contengono i composti mimetici della restrizione calorica, cioè sostanze di origine vegetale che hanno sull’organismo lo stesso effetto della riduzione di calorie, e che quindi sono in grado di allungare l’aspettativa di vita». Una specie di “pillole della longevità”, concentrate nel peperoncino, nelle fragole, nei mirtilli, nell’uva rossa, nelle cipolle e nelle arance. I nomi sono poco conosciuti e difficili da pronunciare: capsaicina, fisetina, resveratrolo. Ma se associati a una dieta corretta e alla giusta attività fisica, possono essere il passaporto per una lunga vita. Al di là dei cibi smart, il segreto per controllare le calorie resta comunque la diminuzione di dolci e zuccheri. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità da poco ha chiesto di ridurre dal 10 al 5% la soglia dell’apporto giornaliero di zucchero. «La verità è che il nostro corpo non ha bisogno di per sé di assumere zuccheri semplici», spiega Lucilla Titta. «Basta mangiare frutta due o tre volte giorno». Gli zuccheri contenuti in mele, pere e kiwi non alzano il livello di glicemia nel sangue, non aumentano il rischio di diabete e assicurano una vita più lunga. Meglio di un cucchiaino di zucchero nel caffè.

Il piatto perfetto
L’Harvard Medical School di Boston ha ribaltato la classica piramide alimentare, rappresentando in un piatto la composizione ideale che dovrebbe avere ogni pasto della giornata, dalla colazione alla cena. Per mantenersi in salute, un piatto dovrebbe essere composto per metà da frutta e verdura, prediligendo quella di stagione e variando i colori. Gli
onnipresenti di ogni pasto dovrebbero essere cereali e derivati integrali, inclusi pane, pasta, riso, orzo e farro. L’ultimo spicchio, quello più piccolo, è occupato dalle proteine. Ma è importante variare le fonti: sì al pesce azzurro e ai legumi tre volte alla settimana; carne bianca, uova e latticini (meglio freschi e magri) non più di due volte alla settimana. La carne rossa va limitata. I salumi dovrebbero essere del tutto evitati. Ultimo tocco: condire i piatti con olio extravergine di oliva a crudo, e insaporire con spezie ed erbe aromatiche. Per arricchire di sapore, e di salute, ogni pasto.

domenica 22 marzo 2015




Eco beauty, è boom di marchi green. Dal Giappone alla Siberia. E in Italia con Davines arriva anche Slow Food

Pomodoro, cetriolo, rosa, bergamotto, la differenza è nell'alta concentrazione. Organico, vegetariano, botanico soprattutto sostenibile


  • © 4FR iStock.
  • Davines Essential Haircare
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C'è chi punta sui minerali. E' il caso del marchio giapponese ancora sconosciuto in Italia, ma già adocchiato dalle green star di Cannes e degli Oscar: McCoy (www.mccoy-beauty.com) , prodotti che sono molto concentrati e puntano all'antiage ma soprattutto ai trattamenti anticellulite per il corpo. Su tutti un panetto all'apparenza di sapone che si usa su viso e corpo e non si sciacqua ma che lascia la pelle completamente remineralizzata.
Impronta botanica per Natura siberia, brand russo che supporta piccole tribù locali producendo oli per stimolare la crescita dei capelli o scrub corpo a base di zucchero e erbe selvagge siberiane, frutti di bosco, arnica, menta
Dalla fattoria di famiglia nel Vermont Tata Harper, famosa in Usa tutta da scoprire in Italia, ha costruito un impero fatto di latti detergenti profumati, creme per il viso e il corpo con la caratteristica della concentrazione degli elementi attivi, da 9 a 29, che vanno dal melograno al bergamotto alla scorza di salice ricca in beta idrossiacidi.
Sono creme da eco garden quelle che arrivano dalla Polonia. Il brand è Ava Premium ed ha tutte le certificazioni del caso per questi trattamenti basati sui prodotti dell'orto: maschera/peeling riso e cetriolo, crema visto al pomodoro, crema ai piselli. 100 per 100 origine naturale. Una produzione simile è proposta dal brand israeliano Secret of youth (www.s-of-y.com) cosmetici naturali realizzati con frutti e vegetali buoni da mangiare buoni per nutrire la pelle come cetrioli, pomodori, mela e agrumi.
Sono piccolissime produzioni tutte vegetariane e organiche quelle inglesi di Lulu e Boo con lavanda e bergamotto autoprodotti, mentre un altro brand, stavolta francese, Une nuite a Bali punta su vitamine e minerali antiossidanti in altissima concentrazione. Tra i suoi prodotti l'olio secco ylang ylang e gelsomino con riso
Dalla Spagna,  Rosazucena propone beauty da agricoltura biologica puntando come ingrediente principe nell'olio di rosa mosqueta illuminante e antiage che controlla l'iper pigmentazione e la formazione di macchie scure. Sempre dalla Spagna (ma made in Switzerland) c'è The Lab Room, olio per il viso e per il corpo e trattamenti con cetriolo geranio ciliegia ma soprattutto alta concentrazione di rosa.
E l'Italia? Anche qui è boom. Questo mini-tour di scouting finisce con un brand italiano già noto e di qualità, da sempre impegnato nella bellezza sostenibile: Davines. Ora, per la linea Essential Haircare,  si allea con Slow Food e propone formulazioni che contengono attivi provenienti da coltivazioni italiane a rischio di estinzione che l'azienda, sostenendo il progetto Presìdi Slow Food, contribuisce a mantenere in vita. La linea, adatta per varie tipologie di capelli, contiene estratto di boccioli di Cappero di Salina, proveniente dalla fattoria del Sig. Salvatore D’Amico di Leni, Isola di Salina (ME); estratto di melone Giallo Cartucciaru di Paceco, proveniente dalla fattoria della Sig.ra Francesca Simonte di Dattilo (TP); estratto di Pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto dalla fattoria Calemone del Sig. Mario di Latte di Serranova di Carovigno (BR); estratto di sedano rosso di Orbassano dalla fattoria dei Sig.ri Giancarlo e Doriano Pozzatello di Orbassano (TO); estratto di Mandorla di Noto dalla fattoria del Sig. Carlo Assenza di Noto (SR); estratto di Oliva Minuta di Sicilia dalla fattoria del Sig. Carmelo Messina di Ficarra (ME); estratto di Grano Saraceno della Valtellina dalla fattoria del Sig. Patrizio Mazzucchelli di Teglio (SO); estratto di semi di lenticchia di Villalba dalla fattoria del Sig. Francesco Di Gesù di Villalba (CL); estratto di radice di Rapa di Caprauna dalla fattoria della Sig.ra Donatella Ferraris di Caprauna (CN)

mercoledì 18 marzo 2015

Una risonanza magnetica per scoprire il vero amore

 

 Quasi per definizione, risulta impossibile dare una forma concreta alle idee astratte e attribuire una valenza fisica ai nostri sentimenti; per quanto chiunque associ i concetti di “giustizia”, “felicità” o “amore” ad una serie di immagini mentali e ad altrettanti ricordi, nessuno è in grado realmente di riempire di contenuti quelli che sono semplicemente enormi scatoloni concettuali, personalizzabili a piacere.

Nessuno, o quasi; stando a quanto sostiene un'equipe di ricercatori facenti capo alla cinese University of Science and Technology, l'ampia gamma di sensazioni che comunemente associamo al concetto di amore risulterebbe perfettamente quantificabile, misurabile e visualizzabile mediante il ricorso ad una comune risonanza magnetica.
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Il team di scienziati cinesi è giunto a questa conclusione dopo aver analizzato nel dettaglio l'attività cerebrale di un campione statistico pari a 100 soggetti, monitorando l'attività neuronale dei partecipanti al test durante differenti fasi della loro vita e mettendo infine in relazione i dati relativi ad ogni partecipante al test, con l'intento di stabilire l'esistenza di un principio universale.
Dall'esperimento è emerso che ogniqualvolta sosteniamo di essere innamorati, nel nostro cervello si attivano 12 diverse aree legate alla produzione di ossiitocina, dopamina, vasopressina e altri neurotrasmettitori in grado di produrre nel nostro organismo quella sensazione di eccitazione, gratificazione e ricompensa suscitata dal complesso dei sentimenti amorosi, di modo che l'emozione in questione risulta non solo ampiamente tracciabile, ma anche valutabile in base ad un metro atto a stabilirne l'esistenza.
In sostanza, scoprendo che l'amore attiva determinati centri cerebrali, i medici cinesi capitanati dal dottor Xiaochu Zhang sono riusciti a mettere a punto una sorta di test organico, in grado di determinare se i sentimenti che stiamo provando in un dato momento siano riconducibili al complesso della sfera amorosa o meno, facendo leva sulla capacità di una macchina per la risonanza magnetica di evidenziare se i centri cerebrali attivi nel nostro cervello risultano sovrapponibili a quelli individuati come determinati per poter parlare di effettivo amore.
Mentre i ricercatori cinesi già pensano ad un'ampia gamma di utilizzi pratici per la loro scoperta, in grado di spaziare da impieghi processuali a cause di divorzio, non resta che constatare tristemente come la volontà di riempire di contenuti gli immensi contenitori astratti che animano la nostra fantasia giungerà un giorno a dare forme, colori e coefficienti a tutte quelle meravigliose idee che ci appassionano proprio perché sfuggenti e prive di una fisicità oggettiva.

domenica 15 marzo 2015

L'omeopatia funziona? Uno studio australiano dice "no"

"Non solo non c'è un prova attendibile dell'efficacia dell'omeopatia per curare una malattia, non c'e' neanche una ragione fondata per dire che funzioni meglio di una pillola di zucchero. Eppure le persone che vi si affidano sono tante". E' la conclusione sulla medicina dolce di un rapporto redatto dal National Health and Medical Reseach Council (Nhmrc) australiano, il massimo organismo nazionale per la ricerca medica, che ha condotto una maxi review su 225 pubblicazioni in tema di omeopatia. Il responso e' stato diffuso oggi dopo essere stato rivisto da una societa' indipendente, e ripreso dai principali media internazionali. Paul Glasziou, presidente del Nhmrc Homeopathy Working Committee, auspica che alla luce di questo report le assicurazioni private smettano di offrire sconti sui trattamenti omeopatici, e che i farmacisti rivedano di conseguenza i loro stock. Lo specialista mette le mani avanti: "Ci saranno persone convinte che tutto questo sia un complotto dell'establishment" per favorire altri interessi a discapito dell'omeopatia, "ma speriamo vi siano anche molte persone ragionevoli che possano riconsiderare la vendita, l'utilizzo e la distribuzione di questi prodotti". Proprio come e' successo in Gb, ricorda, dopo la stroncatura della Camera dei Comuni nel 2010. Secondo gli autori del rapporto, gli studi dai quali emerge l'efficacia dell'omeopatia sono lavori di scarsa qualita' scientifica, con gravi carenze nel modo in cui sono stati disegnati e senza un numero sufficiente di partecipanti che autorizzi a dire, appunto, "che i prodotti omeopatici funzionino meglio di una pillola di zucchero". L'analisi degli esperti australiani ha riguardato anche 57 revisioni sistematiche: studi che analizzano tutte le ricerche di qualita' disponibili su una determinata materia, per arrivare a una conclusione di sintesi.
Ken Harvey, esperto di politiche mediche e farmaceutiche impegnato nella tutela dei consumatori, fa notare come i college privati spendano migliaia di dollari per organizzare corsi di omeopatia. Lezioni che si augura gli studenti possano ora evitare, dopo i risultati del nuovo rapporto. Per lo stesso motivo, aggiunge, l'ente governativo Teqsa (Tertiary Education Quality Standards Agency) dovrebbe smettere di accreditare corsi sull'omeopatia: "Non ho problemi - tuona Harvey - se un istituto privato decide di organizzare lezioni che insegnano a leggere dentro una sfera di cristallo, oppure di iridologia o di omeopatia, se esistono persone abbastanza pazze da pagare per seguirle. Sarebbe una loro decisione. Pero' se i corsi vengono approvati da un organismo istituzionale, allora e' un'altra storia. E rappresenta un problema reale".Un portavoce del Teqsa puntualizza che un comitato di esperti indipendenti ha il compito di valutare se un corso risponde o meno ai requisiti richiesti per l'accreditamento. La revisione viene fatta ogni 7 anni e quindi, finche' non scadra' questo periodo, i corsi di omeopatia gia' approvati non potranno essere rivalutati neanche dopo le conclusioni del Nhmrc. (Agenzia)
Replica al report anche l'Associazione australiana di omeopatia (Aha), che fa notare come "milioni di cittadini" del Paese facciano ricorso a questi rimedi. L'Aha raccomanda inoltre al Nhmrc di "adottare un approccio piu' complessivo nell'analisi dell'efficacia dell'omeopatia. Un metodo in cui si consideri una valutazione economica di larga scala sui benefici di un sistema piu' integrato, che rispetta e sostiene la scelta dei pazienti nel decidere per la propria salute". Dal canto suo, il Nhmrc sostiene che non esistono stime attendibili sul numero di australiani che oggi utilizzano l'omeopatia, anche se una revisione del 2009 dell'Organizzazione mondiale della sanita' parlava di una spesa annuale di 9,59 milioni di dollari.

martedì 10 marzo 2015

Impasto con il "Cuettu" salentino, nasce la "Pizza più Gusto" che fa bene alla salute

Il nuovo prodotto gastronomico made in Salento è stato presentato oggi a Modugno: si tratta di un un'iniziativa targata "ExpoSalento2015".


Si chiama “Pizza Più Gusto” e la sua particolarità è di avere nell'impasto una dose di “Cuettu”, il vincotto dolce d’uva tipico del Salento.
La novità gastronomica made in Salento è stata presentata oggi presso lo Scarangelli Hotellerie di Modugno dall’Associazione Pizzaioli Professionisti in collaborazione con le aziende appartenenti alla rete informale “Più Gusto – Vincotto Experience” con un introduzione dal titolo “Il valore antico del Vincotto” a cura del professore Luigi De Bellis, direttore del DiSTeBA dell’Università del Salento.
Il “Cuettu”, l’ingrediente che caratterizza l’impasto della “Pizza Più Gusto – Vincotto Experience”, è mosto cotto d’uva della consistenza di uno sciroppo dal gusto dolce, rotondo e aromatico, particolarmente ricco in polifenoli, antiossidanti naturali presenti nell’uva rossa in particolare.
“Indagini epidemiologiche” spiega il professore De Bellis “hanno portato alla conclusione che l’assunzione di alimenti ricchi in polifenoli porta ad una riduzione dell’incidenza di malattie quali le malattie cardiovascolari, il diabete mellito ed alcuni tipi di cancro”.
Gli impasti sono realizzati dal presidente Luigi Stamerra e dagli istruttori della Associazione Pizzaioli Professionisti, di cui fa parte anche il salentino Mauro Ripa.
L'evento è la terza iniziativa, dopo la Fòcara di Novoli ed il corso “Cucina di recupero con Andy Luotto”, ad essere griffato “ExpoSalento2015”, la risposta meridionale all’Expouniversale di Milano dei due giovani salentini, Antonio Monaco e Daniele Chirico.

domenica 8 marzo 2015



La nuova frontiera del Filler


Negli ultimi tre anni sta prepotentemente prendendo posto l’idrossiapatite di calcio, il filler più utilizzato negli Stati Uniti che al tempo stesso è un riempitivo ed un biostimolante, in quanto capace di stimolare i fibroblasti alla neo sintesi di collagene


I fillers sono sostanze riempitive utilizzate principalmente per il trattamento delle rughe cutanee, delle cicatrici infossate o anche per l’aumento dei volumi delle labbra, degli zigomi e delle guance. La nuova frontiera dei filler riguarda il loro utilizzo: non più piccoli ritocchi limitati alle labbra ed alle rughe più profonde ma ridare al viso un aspetto naturalmente giovanile ed un’armoniosa bellezza. Il chirurgo plastico pertanto, dopo un attento studio dell’anatomia e della dinamica espressiva di un viso può effettuare applicazioni differenziate con l’obiettivo di riempire le rughe, ridefinire i contorni dell’ovale, ripristinare i volumi, ridare tensione, turgore ed idratazione alla pelle.
I protocolli sono fortemente personalizzati, differenti da paziente a paziente sia nell’obiettivo da raggiungere sia nella quantità di prodotti da utilizzare. Il principale filler di sintesi oggi utilizzato è l’acido ialuronico. Si tratta di un gel visco-elastico derivato da un polimero naturale dell’acido ialuronico, prodotto per sintesi batterica e crosslincato, in genere, con BDDE (1,4 butanediol diglycidyl Ether ) che ha la funzione di legare le una alle altre le molecole di acido ialuronico in modo da renderlo meno aggredibile dagli enzimi ialuronidasi e quindi rimanere più a lungo nel sito di impianto. Poiché questo è un normale componente polisaccaridico dei tessuti non si verificano reazioni allergiche al materiale quando viene iniettato per la correzione di inestetismi.

martedì 3 marzo 2015



Scritto da Marta Albè
biologico pesticidi studioIl consumo di prodotti alimentari biologici riduce in modo significativo l'esposizione ai pesticidi. Un vantaggio di cui il settore dovrebbe tenere conto per rendere più popolari i propri prodotti tra i consumatori che sono molto attenti alla salute quando cucinano e fanno la spesa.
Un nuovo studio ha messo a confronto i tradizionali test dell'urina per la rilevazione dell'esposizione ai pesticidi con il contenuto della dieta attuale. I risultati rafforzano l'idea che gli alimenti bio siano benefici per la salute nel ridurre il rischio di accumulo di pesticidi nell'organismo.

domenica 1 marzo 2015

In peperoncino segreto antiobesità,è molecola gusto piccante

Aumenta metabolismo grassi come esercizio fisico

 


 Peperoncino
Mangiare piccante per dimagrire? E' il suggerimento che si coglie da una ricerca svolta presso la University of Wyoming secondo cui l'ingrediente principale del peperoncino (la capsaicina, che è la molecola responsabile dell'effetto piccante) potrebbe aiutare a perdere peso, attivando il metabolismo, in particolare attivando gli interruttori molecolari 'brucia-grasso'.

Diretta da Vivek Krishnan, la ricerca è stata presentata al meeting annuale della Biophysical Society in Usa.

Gli esperti hanno somministrato un 'pizzico' di capsaicina a topi alimentati con una dieta esageratamente ricca di grassi, destinati quindi ad ingrassare. Ma la capsaicina blocca l'aumento di peso degli animali, senza modificare il loro introito calorico. Insomma gli animali non prendono peso e non perché inizino a mangiare meno; non dicono di no ai grassi loro offerti, ma sembrano protetti dalle conseguenze del consumo smodato di queste sostanze.

L'ipotesi dei ricercatori è che la capsaicina aumenti il metabolismo potenziando l'attività naturale del corpo di bruciare i grassi trasformando l'energia rilasciata in calore; un po' come avviene quando si fa sport, insomma.

Al momento i ricercatori stanno lavorando a una ''capsula'' di capsaicina, ovvero una nanoparticella che rilasci capsaicina.

Questa potrebbe portare allo sviluppo di un nuovo supplemento dietetico per prevenire e curare l'obesità.