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domenica 29 marzo 2015

Nutrigenomica: scienza alimentare per la salute e il benessere di domani

Studiare come il cibo può modificare l’attività dei geni spalanca nuovi orizzonti di ricerca. All’Expo una mostra sul tema e sul rapporto cibo e mente 


Sapevate che ad ogni contatto col cibo nel nostro cervello si attivano più di cento milioni di neuroni? Quello tra mente, nutrizione ed emozioni è un rapporto complesso ed affascinante: i meccanismi che innescano lo stimolo del cibo e che ci portano a desiderare, scegliere e gustare quello che mangiamo ogni giorno si generano addirittura sin dal concepimento.
Infatti proprio nei nostri primi mille giorni di vita, quando la nutrizione è fondamentale sia per la salute del feto (e poi del bambino) sia della madre, cominciano a determinarsi preferenze e gusti che ci accompagneranno durante la vita.
Nestlé e l’Istituto Auxologico Italiano hanno ideato per EXPO 2015 una mostra interattiva che spiegherà con il linguaggio visivo proprio i segreti della relazione tra cibo e mente e come nascono le nostre predilezioni a tavola.
Però, come ben sappiamo, alcune abitudini alimentari sono dannose per la salute. Anche perché, come si è scoperto di recente, inducono alcuni dei nostri geni a “funzionare” in modo diverso.
“Per moltissimo tempo abbiamo pensato che il cibo fosse solo questione di calorie”, dice Cecilia Invitti, Direttore Dipartimento di Scienze Mediche e Riabilitative ad indirizzo Endocrino-Metabolico e Direttore del Laboratorio di ricerca in Diabetologia, IRCCS Istituto Auxologico Italiano .“A portarci un po’ di chiarezza è arrivata la nutrigenomica, definita la “medicina del futuro”, che studia gli effetti che gli alimenti hanno all’interno delle nostre cellule e che aprirà nuove prospettive alla scienza della nutrizione”.
Dottoressa Invitti, di cosa si occupa la nutrigenomica?
Studiamo l’influenza del cibo nel modificare l’espressione genica. Non significa che gli alimenti alterano il nostro Dna, ma che alcuni nutrienti possono, sul lungo periodo, modificare l’attività di un gene, cioè la sue espressione, cambiando la sua capacita di produrre proteine. Se un gene è più o meno espresso si modifica la produzione (che può aumentare o ridursi) delle proteine che dipendono da questo gene, per esempio gli enzimi che regolano il metabolismo, con conseguenti cambiamenti nel modo di digerire grassi o carboidrati.
Ci può fare un esempio
Nel nostro laboratorio di biologia molecolare esaminiamo i cambiamenti che si verificano nel modo di funzionare del tessuto adiposo come conseguenza della variazione dell’espressione di geni fondamentali nel regolare il metabolismo di grassi, zuccheri e l’infiammazione che è alla base di molte malattie.
Questi cambiamenti di espressione genica possono essere trasmessi a future generazioni?
Variare l'alimentazione in gravidanza apporta cambiamenti anche al metabolismo del feto. È stato dimostrato che la trascrizione di alcuni geni implicati nel metabolismo degli zuccheri è diversa dopo un calo di peso ottenuto tramite bypass gastrico non solo nella madre, ma anche nei figli nati successivamente
Quali alimenti influenzano l’espressione genica e con quali conseguenze?
Alcuni alimenti possono modificare lo stato infiammatorio del nostro organismo, il funzionamento del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale. Tra questi la colina, un nutriente essenziale contenuto nelle uova, arachidi, lattuga fegato, e l’acido folico (nelle verdure, legumi e frutta), la vitamina B12 (si trova nel fegato, cozze, sgombri) e la ginestrina (presente nella soia). Una dieta ricca di grassi può portare ad un aumento dell’appetito perché altera l’attività dei geni che codificano i recettori della melacortina, uno specifico ormone associato all’insorgere dell’obesità.
Lei ha definito la nutrigenomica “la medicina del futuro”. Perché?
Possiamo dire che gli studi sono ancora agli albori, ma il campo di ricerca e le opportunità di fare nuove scoperte per il progresso della medicina sono enormi. Ci permetterà di capire quali cibi aiutano a ridurre l’insorgenza di malattie. E non solo. Grazie a studi in questo ambito ora sappiamo che l’assunzione di antibiotici nei primi sei mesi di vita dei bambini può cambiare la composizione del microbiota, cioè l’insieme dei milioni di miliardi di microorganismi presenti nell’intestino, con la conseguenza di favorire l’aumento di peso già nell’età infantile.
Per scoprire ulteriori curiosità, in maniera divertente e multisensoriale, su come il cibo interagisce con la nostra mente e il nostro corpo può essere di aiuto ad alimentarci in modo corretto, si potrà visitare l’esposizione interattiva, allestita nel Padiglione Svizzero ad EXPO 2015 e realizzata dal Nestlé Research Center, la più grande struttura privata di ricerca in campo nutrizionale al mondo, il Nestlé Institute of Health Science, specializzato nella ricerca finalizzata allo sviluppo di fabbisogni nutrizionali specifici e l’Istituto Auxologico Italiano, eccellenza del “Made in Italy” nella scienza della alimentazione.
Dalla condivisione delle rispettive conoscenze scientifiche è nato un percorso di visita fruibile con diverse possibilità di esperienza e livelli di approfondimento: un viaggio a tappe che toccherà temi ampi (crescita e sviluppo del cervello, fame e sazietà, il ruolo dei sensi e delle emozioni nella nutrizione e salute e cibo: il futuro), lasciando al visitatore la libertà di fare la sua personale esperienza, assecondando le proprie curiosità e i propri interessi. La mostra resterà aperta durante tutta la durata dell’Esposizione Universale da 1 maggio a 31 ottobre.

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